Il quarto appuntamento con la Lectio divina quaresimale guidata da don Giulio si terrà attraverso una diretta audio/video sui canali Facebook (fruibile anche da parte chi non fosse iscritto) o su YouTube (per le 20.30 dell’11 marzo potrebbe non essere ancora attivo) a partire dalle 20.30.

Per partecipare proficuamente alla Lectio è necessario trovare uno spazio riservato che favorisca il silenzio esteriore e interiore, avere in mano la Bibbia e carta e penna per gli appunti. Chi può, durante l’incontro accenda un lume, segno della presenza viva del Risorto e dell’azione dello Spirito mentre si contemplano le Scritture.

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INVOCAZIONE ALLO SPIRITO

Spirito che aleggi sulle acque,
calma in noi le dissonanze,
i flutti inquieti, il rumore delle parole,
i turbini di vanità,
e fa sorgere nel silenzio
la Parola che ci ricrea.

Spirito che in un sospiro sussurri
al nostro spirito il Nome del Padre,
vieni a radunare tutti i nostri desideri,
falli crescere in fascio di luce
che sia risposta alla tua luce,
la Parola del Giorno nuovo.

Spirito di Dio, linfa d’amore
dell’albero immenso su cui ci innesti,
che tutti i nostri fratelli
ci appaiano come un dono
nel grande Corpo in cui matura
la Parola di comunione.

(Frère Pierre-Yves di Taizé)


STRUTTURA DI GENESI 37-50 – GIUSEPPE E I SUOI FRATELLI

Introduzione generale: la presentazione dei personaggi

  1. L’invidia dei fratelli (37,2-4)
  2. I due sogni (37,5-1)
  3. Giuseppe venduto in Egitto (37,12-36).
  4. Giuda e Tamar (38,1-30).

Prima parte: dalla miseria alla gloria

  1. L’innocente punito (39,1-23)
  2. Giuseppe interpreta il sogno del capo dei coppieri (40,1-23)
  3. Giuseppe interpreta i sogni del faraone (41,1-36)
  4. La gloria di Giuseppe in Egitto (41,37-45)
  5. L’adempimento della parola di Giuseppe e nascita di Manasse ed Efraim (41,46-57)

Seconda parte: Giuseppe e i suoi fratelli in Egitto

  1. Primo viaggio: i fratelli accusati di essere spie (42,1-38)
  2. Secondo viaggio: con Beniamino (43,1-34)
  3. La prova per Beniamino (44,1-34)
  4. Giuseppe si fa riconoscere e si riconcilia con i fratelli (45,1-28)
  5. I figli d’Israele in Egitto (46,1-27)

Terza parte: Giacobbe in Egitto

  1. I figli di Giacobbe in Egitto (46,28-47,12)
  2. Il successo del “saggio” Giuseppe (47,13-26)
  3. Giacobbe fa giurare Giuseppe (47,27-31)
  4. Adozione di Efraim e Manasse (48,1-22)
  5. Le “benedizioni” di Giacobbe (49,1-28)

Epilogo: morte di Giacobbe e di Giuseppe

  1. Ultime volontà di Giacobbe (49,29-32)
  2. Morte, imbalsamazione e sepoltura di Giacobbe (49,33-50,14)
  3. I fratelli si appellano alla volontà di Giacobbe (50-15-21)
  4. Morte, imbalsamazione e sepoltura di Giuseppe (50,22-26)

* Sono sottolineati i passi che saranno commentati


TESTI BIBLICI PER LA LECTIO

37 1 Giacobbe si stabilì nella terra dove suo padre era stato forestiero, nella terra di Canaan.

2 Questa è la discendenza di Giacobbe.

Giuseppe all’età di diciassette anni pascolava il gregge con i suoi fratelli. Essendo ancora giovane, stava con i figli di Bila e i figli di Zilpa, mogli di suo padre. Ora Giuseppe riferì al padre di chiacchiere maligne su di loro. 3 Israele amava Giuseppe più di tutti i suoi figli, perché era il figlio avuto in vecchiaia, e gli aveva fatto una tunica con maniche lunghe. 4 I suoi fratelli, vedendo che il loro padre amava lui più di tutti i suoi figli, lo odiavano e non riuscivano a parlargli amichevolmente.

5 Ora Giuseppe fece un sogno e lo raccontò ai fratelli, che lo odiarono ancora di più. 6 Disse dunque loro: “Ascoltate il sogno che ho fatto. 7 Noi stavamo legando covoni in mezzo alla campagna, quand’ecco il mio covone si alzò e restò diritto e i vostri covoni si posero attorno e si prostrarono davanti al mio”. 8 Gli dissero i suoi fratelli: “Vuoi forse regnare su di noi o ci vuoi dominare?”. Lo odiarono ancora di più a causa dei suoi sogni e delle sue parole.

9 Egli fece ancora un altro sogno e lo narrò ai fratelli e disse: “Ho fatto ancora un sogno, sentite: il sole, la luna e undici stelle si prostravano davanti a me”. 10 Lo narrò dunque al padre e ai fratelli. Ma il padre lo rimproverò e gli disse: “Che sogno è questo che hai fatto! Dovremo forse venire io, tua madre e i tuoi fratelli a prostrarci fino a terra davanti a te?”.

11 I suoi fratelli perciò divennero invidiosi di lui, mentre il padre tenne per sé la cosa.

12 I suoi fratelli erano andati a pascolare il gregge del loro padre a Sichem. 13 Israele disse a Giuseppe: “Sai che i tuoi fratelli sono al pascolo a Sichem? Vieni, ti voglio mandare da loro”. Gli rispose: “Eccomi!”. 14 Gli disse: “Va’ a vedere come stanno i tuoi fratelli e come sta il bestiame, poi torna a darmi notizie”. Lo fece dunque partire dalla valle di Ebron ed egli arrivò a Sichem. 15 Mentre egli si aggirava per la campagna, lo trovò un uomo, che gli domandò: “Che cosa cerchi?”. 16 Rispose: “Sono in cerca dei miei fratelli. Indicami dove si trovano a pascolare”. 17 Quell’uomo disse: “Hanno tolto le tende di qui; li ho sentiti dire: “Andiamo a Dotan!””. Allora Giuseppe ripartì in cerca dei suoi fratelli e li trovò a Dotan.

18 Essi lo videro da lontano e, prima che giungesse vicino a loro, complottarono contro di lui per farlo morire. 19 Si dissero l’un l’altro: “Eccolo! È arrivato il signore dei sogni! 20 Orsù, uccidiamolo e gettiamolo in una cisterna! Poi diremo: “Una bestia feroce l’ha divorato!”. Così vedremo che ne sarà dei suoi sogni!”. 21 Ma Ruben sentì e, volendo salvarlo dalle loro mani, disse: “Non togliamogli la vita”. 22 Poi disse loro: “Non spargete il sangue, gettatelo in questa cisterna che è nel deserto, ma non colpitelo con la vostra mano”: egli intendeva salvarlo dalle loro mani e ricondurlo a suo padre. 23 Quando Giuseppe fu arrivato presso i suoi fratelli, essi lo spogliarono della sua tunica, quella tunica con le maniche lunghe che egli indossava, 24 lo afferrarono e lo gettarono nella cisterna: era una cisterna vuota, senz’acqua.

25 Poi sedettero per prendere cibo. Quand’ecco, alzando gli occhi, videro arrivare una carovana di Ismaeliti provenienti da Gàlaad, con i cammelli carichi di resina, balsamo e làudano, che andavano a portare in Egitto. 26 Allora Giuda disse ai fratelli: “Che guadagno c’è a uccidere il nostro fratello e a coprire il suo sangue? 27 Su, vendiamolo agli Ismaeliti e la nostra mano non sia contro di lui, perché è nostro fratello e nostra carne”. I suoi fratelli gli diedero ascolto. 28 Passarono alcuni mercanti madianiti; essi tirarono su ed estrassero Giuseppe dalla cisterna e per venti sicli d’argento vendettero Giuseppe agli Ismaeliti. Così Giuseppe fu condotto in Egitto.

29 Quando Ruben tornò alla cisterna, ecco, Giuseppe non c’era più. Allora si stracciò le vesti, 30 tornò dai suoi fratelli e disse: “Il ragazzo non c’è più; e io, dove andrò?”. 31 Allora presero la tunica di Giuseppe, sgozzarono un capro e intinsero la tunica nel sangue. 32 Poi mandarono al padre la tunica con le maniche lunghe e gliela fecero pervenire con queste parole: “Abbiamo trovato questa; per favore, verifica se è la tunica di tuo figlio o no”. 33 Egli la riconobbe e disse: “È la tunica di mio figlio! Una bestia feroce l’ha divorato. Giuseppe è stato sbranato”. 34 Giacobbe si stracciò le vesti, si pose una tela di sacco attorno ai fianchi e fece lutto sul suo figlio per molti giorni. 35 Tutti i figli e le figlie vennero a consolarlo, ma egli non volle essere consolato dicendo: “No, io scenderò in lutto da mio figlio negli inferi”. E il padre suo lo pianse.

36 Intanto i Madianiti lo vendettero in Egitto a Potifàr, eunuco del faraone e comandante delle guardie.

 

45 1 Allora Giuseppe non poté più trattenersi dinanzi a tutti i circostanti e gridò: “Fate uscire tutti dalla mia presenza!”. Così non restò nessun altro presso di lui, mentre Giuseppe si faceva conoscere dai suoi fratelli. 2 E proruppe in un grido di pianto. Gli Egiziani lo sentirono e la cosa fu risaputa nella casa del faraone. 3 Giuseppe disse ai fratelli: “Io sono Giuseppe! È ancora vivo mio padre?”. Ma i suoi fratelli non potevano rispondergli, perché sconvolti dalla sua presenza. 4 Allora Giuseppe disse ai fratelli: “Avvicinatevi a me!”. Si avvicinarono e disse loro: “Io sono Giuseppe, il vostro fratello, quello che voi avete venduto sulla via verso l’Egitto. 5 Ma ora non vi rattristate e non vi crucciate per avermi venduto quaggiù, perché Dio mi ha mandato qui prima di voi per conservarvi in vita. 6 Perché già da due anni vi è la carestia nella regione e ancora per cinque anni non vi sarà né aratura né mietitura. 7 Dio mi ha mandato qui prima di voi, per assicurare a voi la sopravvivenza nella terra e per farvi vivere per una grande liberazione. 8 Dunque non siete stati voi a mandarmi qui, ma Dio. Egli mi ha stabilito padre per il faraone, signore su tutta la sua casa e governatore di tutto il territorio d’Egitto. 9 Affrettatevi a salire da mio padre e ditegli: “Così dice il tuo figlio Giuseppe: Dio mi ha stabilito signore di tutto l’Egitto. Vieni quaggiù presso di me senza tardare. 10 Abiterai nella terra di Gosen e starai vicino a me tu con i tuoi figli e i figli dei tuoi figli, le tue greggi e i tuoi armenti e tutti i tuoi averi. 11 Là io provvederò al tuo sostentamento, poiché la carestia durerà ancora cinque anni, e non cadrai nell’indigenza tu, la tua famiglia e quanto possiedi”. 12 Ed ecco, i vostri occhi lo vedono e lo vedono gli occhi di mio fratello Beniamino: è la mia bocca che vi parla! 13 Riferite a mio padre tutta la gloria che io ho in Egitto e quanto avete visto; affrettatevi a condurre quaggiù mio padre”. 14 Allora egli si gettò al collo di suo fratello Beniamino e pianse. Anche Beniamino piangeva, stretto al suo collo. 15 Poi baciò tutti i fratelli e pianse. Dopo, i suoi fratelli si misero a conversare con lui.

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