Don Giulio Madeddu e don Tonio Tagliaferri concelebrano la Messa per il 57° anniversario di fondazione della parrocchia e il 24° di dedicazione della chiesa

Giovedì 31 ottobre 2024

Omelia per la solennità di Tutti i Santi

57° anniversario di fondazione della Parrocchia di Santo Stefano

24° anniversario di dedicazione della chiesa

 

1. Un giorno di festa e di riflessione

Cari fratelli e sorelle,
in questo giorno di festa per la Solennità di Tutti i Santi, per il 57° anniversario di fondazione della nostra parrocchia e il 24° di dedicazione della chiesa, siamo chiamati a rinnovare la nostra gratitudine al Signore per il dono della fede e della nostra comunità. È un momento di gioia e di riflessione, in cui ricordiamo con affetto e riconoscenza coloro che, nel corso di questi anni, hanno contribuito a costruire e consolidare questa comunità cristiana. Il nostro pensiero oggi va in particolare a don Tonio Tagliaferri, il parroco fondatore, che per cinquant’anni ha guidato la parrocchia con amore e dedizione, accompagnandola lungo un cammino di crescita spirituale e umana. Ora, nella serenità dei suoi 92 anni, don Tonio vive il declino naturale della vecchiaia, ma il suo esempio e la sua fede continuano a essere una fonte di ispirazione per tutti noi. Ricordiamolo nelle nostre preghiere, con gratitudine per tutto ciò che ha seminato e per l’affetto che ha sempre dimostrato alla nostra comunità.

2. Siamo parte della grande famiglia di Dio

Le letture di oggi, con la visione di San Giovanni nell’Apocalisse, ci fanno sentire parte di quella moltitudine di popoli e lingue, di santi e fedeli che lodano Dio davanti al trono. Anche la nostra parrocchia è parte di questo grande popolo di Dio: una comunità che, pur nelle sfide e nei cambiamenti, continua a rispondere alla chiamata di essere luce di fede per il mondo. La nostra identità cristiana, come ci ricorda la seconda lettura, si fonda sul dono di essere chiamati figli di Dio. È una dignità che ci unisce e ci spinge a essere testimoni autentici della speranza che viene da Cristo, proprio come fecero i nostri predecessori, e come siamo chiamati a fare oggi.
Nel Vangelo delle Beatitudini, Gesù ci mostra una strada che sfida le logiche del mondo, una via fatta di mitezza, misericordia e purezza di cuore. Essere una comunità di santi significa rispondere a questa chiamata alla santità nelle cose di ogni giorno. Oggi, infatti, guardando il cammino della nostra parrocchia, vediamo come la fede si manifesti in tanti piccoli gesti di carità, nell’accoglienza e nella solidarietà verso chi è solo o bisognoso.

3. Le sfide demografiche e le opportunità di rinnovamento

San Paolo VI ci ha ricordato che «la parrocchia è in un certo senso la Chiesa che vive in mezzo alle case dei suoi figli e delle sue figlie», un luogo di incontro e comunione dove ognuno ha un ruolo importante (Evangelii Nuntiandi, n. 58). Con la trasformazione demografica che ha interessato la nostra parrocchia, passata in vent’anni da 11.500 abitanti a circa 8.500, abbiamo di fronte nuove sfide. La nostra comunità è invecchiata, i battesimi sono diminuiti drasticamente, e sempre meno bambini partecipano al catechismo. Tuttavia, questa realtà può essere un’opportunità per crescere, rinnovare il nostro impegno, e soprattutto per costruire una comunità più unita e attiva.
Non mancano i segni di speranza. Uno di questi lo colgo nel gruppo animatori dell’oratorio, che sta maturando sia numericamente sia qualitativamente. A loro va il nostro grazie per l’entusiasmo e la dedizione, così come agli adulti che li affiancano, contribuendo con la loro presenza all’animazione e alla formazione. Motivo di gratitudine e di speranza è anche il servizio della Conferenza Vincenziana parrocchiale, che, rispondendo con sempre maggiore urgenza alle necessità dei poveri, offre sostegno e conforto. E da ammirare è il lavoro silenzioso del gruppo Santa Marta, composto da donne volenterose che, sfidando persino l’età, curano il decoro e l’ordine della nostra chiesa per renderla sempre accogliente e degna. Sono solo alcuni tra gli aspetti che fanno emergere ancora la vitalità e il senso di servizio della parrocchia.

4. Desideri per il futuro della comunità

Porto nel cuore alcuni desideri che vorrei veder realizzati entro il prossimo 31 ottobre, quando celebreremo il 25° anniversario della dedicazione della nostra chiesa.
Il primo desiderio è quello di stabilire un momento o un periodo per celebrare, come comunità, il nostro santo patrono. Attualmente, ci manca un’occasione di festa che ci raccolga e ci rinnovi nel senso di appartenenza. La ricorrenza del 31 ottobre è infatti spesso offuscata dalle ritualità discutibili legate a Halloween, mentre la memoria liturgica del patrono cade nel periodo natalizio e in pieno inverno, impedendoci di esprimere al meglio la nostra devozione e la nostra identità comunitaria.
Per questo, vorrei proporre la formazione di un comitato, che possa riflettere e lavorare insieme all’organizzazione di un momento di festa patronale. Siamo l’unica parrocchia a Quartu senza una celebrazione dedicata, e penso che una festa ci offrirebbe la possibilità di mostrare con gioia chi siamo e di condividere, come famiglia di fede, la nostra appartenenza a questa comunità.

Il secondo desiderio riguarda gli interventi di manutenzione e adeguamento della nostra chiesa. Entro la prossima primavera, inizieranno i lavori di impermeabilizzazione del solaio e di sostituzione della vetrata che sovrasta il presbiterio. Si tratta di interventi onerosi, per i quali la parrocchia sta ottenendo dei finanziamenti.
A questo punto possiamo iniziare a pensare ai successivi lavori interni: il rinnovamento dell’impianto elettrico, la tinteggiatura, la realizzazione di nuovi banchi confortevoli, nonché la creazione di passaggi sicuri e accessibili a tutti. Per questi ulteriori interventi sarà necessaria la partecipazione dell’intera comunità. A breve, dunque, avvieremo una sottoscrizione per iniziare a creare un fondo che ci consenta di intraprendere questo percorso di ristrutturazione. Questo desiderio non è qualcosa da realizzare interamente nell’arco di un solo anno. Si tratta di avviare un percorso che, entro un quinquennio, ci permetta di guardare all’esterno e all’interno della nostra chiesa, riconoscendola come un luogo bello, accogliente e sicuro per tutti.

Il terzo e ultimo desiderio è quello di vedere ricostituito un nuovo coro parrocchiale che possa servire le principali celebrazioni della comunità. Viviamo tempi in cui è sempre più difficile trovare disponibilità per impegni costanti, ma la musica e il canto possono diventare occasioni di gioia che alleggeriscono i pesi della quotidianità. Sono pronto ad accogliere disponibilità in questo senso, offrendo anche il mio supporto pratico.
Vi chiedo di aiutare, non tanto me, quanto la nostra comunità, affinché questi non restino solo sogni, ma diventino veri elementi di crescita e maturazione per la nostra parrocchia.

5. Affidamento all’intercessione dei Santi

Iniziamo questo anno giubilare parrocchiale con fiducia e gratitudine, chiedendo al Signore di guidare i nostri passi. Possa la nostra parrocchia essere sempre una casa accogliente per tutti, una comunità viva e operosa, che rende visibile la gioia del Vangelo in questo quartiere. Rinnoviamo insieme l’impegno a essere una famiglia di fede e di amore, come figli di Dio, chiamati alla santità e alla testimonianza.

Omelia di don Giulio in occasione del 57° anniversario di fondazione della parrocchia