Trascrizione dell’omelia del Vescovo (a cura della redazione del sito parrocchiasantostefano.it)

L’inizio del Giubileo: i momenti significativi vissuti a Roma

Fratelli e sorelle, proprio in questi giorni abbiamo vissuto due momenti significativi a Roma: stamattina l’apertura della porta santa nel carcere di Rebibbia e, poco più di ventiquattro ore fa, nella Basilica di San Pietro.
Mi piace pensare che questa porta che si apre sia davvero un segno per tutti noi. Quando ci troviamo davanti a una porta aperta, siamo sulla soglia. Ma sapete, la soglia non è un luogo dove fermarsi – è come quando scatta il verde al semaforo: bisogna decidere se attraversare. Da dove vengo io, dopo mezzo secondo già qualcuno suona il clacson, perché sa che bisogna muoversi!

Il significato della porta aperta: un duplice invito

Questa porta aperta è un duplice invito. Da una parte ci invita a uscire, a liberarci da tutto ciò che ci opprime e ci tiene chiusi. Dall’altra ci chiama a entrare nella casa della misericordia di Dio, dove possiamo ritrovare i nostri fratelli e sederci alla mensa con il Signore.
Vedete, noi non apriremo materialmente la porta della cattedrale, ma la attraverseremo simbolicamente. E questo passaggio richiede due cose: la grazia di Dio e il nostro desiderio. Sant’Ignazio ci ha insegnato che nella preghiera dobbiamo chiedere al Signore ciò che veramente desideriamo. E cosa desiderare in questo tempo? Un rinnovamento nel perdono, nella misericordia ricevuta e donata.

L’immagine dell’Apocalisse: il Signore alla porta

C’è un’immagine bellissima nell’Apocalisse che dovrebbe farci riflettere. Il Signore dice: “Io sto alla porta e busso. Se mi apri, entro.” Non forza la porta, non la sfonda – aspetta che siamo noi ad aprire. Vuole entrare nella nostra vita, nei nostri affetti, nel nostro lavoro, ma rispetta la nostra libertà.

L’esempio di Santo Stefano: un rapporto personale con Gesù

E qui entra in gioco l’esempio di Santo Stefano, che oggi celebriamo. Ci insegna due cose fondamentali. Prima di tutto, ci mostra come avere un rapporto vivo e personale con Gesù. Il cristianesimo non è principalmente una serie di regole o di attività: è l’incontro con una Persona viva. Sapete, oggi parliamo tanto della Chiesa, del Papa, dei vescovi, dei preti. Ma gli storici ci raccontano che un tempo anche i portuali parlavano di Gesù Cristo, della Madonna, dello Spirito Santo.
Santo Stefano non è morto per delle opinioni sulla gerarchia ecclesiastica – è morto perché ha visto il Signore e ne ha parlato con passione. “Ho visto i cieli aperti”, ha detto. Questo è il cuore della nostra fede: uno sguardo che sa riconoscere il cielo aperto sopra di noi e il Figlio dell’uomo presente nella nostra vita.

La testimonianza e la persecuzione

La seconda cosa che ci insegna Stefano è la testimonianza. Gesù ci ha avvertito: “Vi perseguiteranno”. Non dobbiamo sorprenderci se la nostra fede incontra opposizione – succede ancora oggi, e le statistiche ci dicono che i cristiani sono il gruppo più perseguitato al mondo. Non perché cerchiamo lo scontro, ma perché la fedeltà a Cristo a volte ci mette “dall’altra parte” rispetto alla mentalità dominante.


Intervento di don Giulio Madeddu alla fine della celebrazione

Eccellenza reverendissima,

a nome di tutta la comunità parrocchiale di Santo Stefano, desidero esprimerLe la nostra più profonda gratitudine per aver presieduto questa celebrazione. La Sua presenza in questo giorno di festa è per noi un segno di vicinanza e un incoraggiamento a proseguire con rinnovata fede il cammino della nostra parrocchia.

Siamo particolarmente lieti di avere con noi, come ormai è tradizione, i nuovi cresimandi, i giovani che, fra un anno, riceveranno il sacramento della Confermazione. La loro presenza è un segno di speranza e continuità, un invito per tutta la comunità a sostenere con l’esempio e la preghiera il loro percorso di crescita nella fede.

La Chiesa universale ha appena inaugurato l’Anno Giubilare e, domenica prossima, lo inaugureremo anche come diocesi, dando inizio al nostro “pellegrinaggio di speranza” come Chiesa locale. La nostra parrocchia vive un “giubileo nel giubileo”: siamo infatti entrati nel venticinquennale della dedicazione di questa chiesa. L’Anno Santo e il Giubileo parrocchiale di dedicazione si intrecceranno in un percorso spirituale e comunitario che culminerà il 31 ottobre 2025, in occasione del 25° anniversario della consacrazione della nostra chiesa.

Questo traguardo rappresenta per noi un’opportunità preziosa per riflettere sul nostro passato, vivere con gioia il presente e guardare con speranza al futuro. È un tempo di grazia per riscoprire le nostre radici, rafforzare il senso di appartenenza alla nostra comunità e rinnovare la nostra missione di essere segno vivo del Vangelo.

In questa prospettiva, ci impegniamo non solo a prenderci cura della “chiesa fatta di pietre vive”, ma anche a iniziare un percorso di riqualificazione delle strutture parrocchiali. Negli ultimi sette anni si è già fatto molto grazie alla generosità dei parrocchiani, ma restano da affrontare interventi urgenti di manutenzione e ristrutturazione per rendere la nostra chiesa più sicura, accessibile, confortevole e adeguata alle esigenze liturgiche e comunitarie.

Questi lavori, che includono anche l’edificazione della casa canonica, rappresentano una sfida importante. Siamo consapevoli che il cammino non sarà breve, ma confidiamo nella maturità e nella responsabilità della nostra comunità, oltre che nel supporto progettuale ed economico, anche da parte della diocesi e di chiunque vorrà sostenerci.

Un significativo passo in questo cammino di rinnovamento è rappresentato anche dalla costituzione e insediamento del nuovo Comitato di Santo Stefano, che celebriamo oggi. Questo Comitato avrà il compito di animare la comunità, rappresentarla in momenti di comunione ecclesiale con le altre parrocchie e promuovere con rinnovato slancio il culto del nostro Santo Patrono.

A breve consegneremo la bandiera del Santo al primo presidente del Comitato. Questo gesto, semplice ma profondamente simbolico, richiama la responsabilità e l’impegno di custodire e rinnovare le tradizioni che ci uniscono come comunità di fede.

Auguriamo al Comitato un cammino fecondo, ispirato al nostro Santo Patrono, affinché possa contribuire a rafforzare il senso di appartenenza e a testimoniare con gioia la bellezza della nostra fede.

In questa solennità, affidiamo il nostro cammino all’intercessione di Santo Stefano, affinché continui a guidarci e sostenerci nel nostro impegno come testimoni di speranza e misericordia.

Grazie ancora, Eccellenza, e grazie a tutti voi che, con il vostro impegno e la vostra partecipazione, rendete la nostra parrocchia una vera famiglia di fede e amore.

Video della Messa solenne dell’Arcivescovo per la festa di Santo Stefano 2024