Sabato 4 dicembre 2021
Saluto introduttivo di don Giulio Madeddu nella celebrazione delle esequie di don Alberto Pistolesi.
Viviamo questo momento come un momento di festa, nonostante il dolore che portiamo nel cuore.
Benvenuti Lidia, Valentina e Francesco. Con voi sento presente il caro Elio che ha anticipato suo figlio nel passo verso la casa del Padre appena otto mesi fa.
Benvenuto mons. Baturi. Benvenuto mons. Miglio. Benvenuti cari confratelli.
Benvenuti amici amministratori delle comunità civili di Quartu Sant’Elena e di Sinnai
Un benvenuto a tutti voi, amiche e amici di Alberto!
Benvenuti! Sentitevi veramente accolti dove tutto è iniziato!
Benvenuto quindi anche a te carissimo Alberto! Bentornato dove è nata la tua vocazione!
Carissimi amici, in una parrocchia come questa la vocazione non la si avverte perché si è attratti dalla ricchezza degli altari, degli arredi, dei vasi sacri, delle trine e delle sontuose cerimonie. Come, ad esempio, può essere stato per me.
Penso possiate intuirlo.
La scintilla della vocazione di Alberto è nata in un contesto semplice ed essenziale: quello dei gruppi di formazione dei ragazzi e degli adolescenti, del servizio liturgico e dello scoutismo. Alberto ha respirato l’entusiasmo delle Gmg, prendendo parte per la prima volta a Parigi nel 1997, quando aveva compiuto appena da un mese i sui 18 anni. Qui Alberto ha respirato un’aria di profonda appartenenza comunitaria che gli è stata trasmessa da altri cristiani autentici e credibili, giovani e adulti, dalla testimonianza di don Tonio, dall’amicizia con gli altri sacerdoti.
E qui Alberto ha sperimentato che cosa significhi essere amati dalla comunità alla quale si appartiene. Sono certo che proprio questo radicamento alla sua parrocchia di origine l’ha reso capace di amare tutte le altre comunità che il Signore, nel tempo, ha voluto affidargli.
La comunità di santo Stefano è orgogliosa di poter dire che là dove Alberto è stato, e nei servizi che ha reso, ha portato anche qualcosa di questa parrocchia.
Le comunità di origine dei sacerdoti, in genere, sono quelle che meno godono dei frutti della vocazione dei propri figli. Ma quanta gioia è in noi per avervelo potuto consegnare e, ancor di più, per aver contemplato, seppur a distanza, le meraviglie che Dio ha compiuto per suo mezzo.
Per me Alberto è stato un grande dono. Sento di dover ringraziare il Signore per avermi chiamato a essere custode e guida del percorso che lo ha portato, a tempo debito e dopo un serio cammino di formazione seminaristica, a diventare quel prete che tutti abbiamo conosciuto.
Alberto ricordava spesso un’espressione che aveva sentito pronunciare negli anni del seminario dal rettore, don Efisio Spettu: «Ricordati che quando sarai prete devi impegnarti a non far fare brutta figura a Gesù e alla Chiesa. E questo dipenderà solo dal modo in cui sceglierai di essere prete».
Alberto ha preso sul serio queste parole. Anzi ha fatto di più. Perché, voi lo sapete, la maggior parte di noi sacerdoti, tutto sommato, riesce a non far fare brutta figura alla Chiesa, a parte qualche eccezione. Sono pochi però quelli che fanno fare bella figura a Gesù e alla Chiesa, perché spendono totalmente la propria vita per questo impegno. Ci portiamo dietro i nostri peccati e i nostri limiti. Però c’è qualcuno che tra noi riesce a fare quel “qualcosa di più” che fa veramente tanto bene alla Chiesa. Ecco, Alberto è stato uno di questi sacerdoti! Direi, quindi, che è stato capace di far trasparire e far apprezzare l’immagine bella di Gesù e della comunità cristiana.
Grazie Alberto per questo tuo impegno!
E allora adesso qualcuno potrebbe dire: ma non conveniva anche al Signore lasciarci Alberto più a lungo? Chissà cosa ancora avrebbe potuto fare di bello e di entusiasmante se invece di 17 anni di sacerdozio ne avesse vissuti 50.
Dobbiamo essere sinceri. Tutti abbiamo avuto un pensiero del genere in questi giorni!
Sapete cosa vi dico? Voglio fare una profezia! Secondo me la morte improvvisa di Alberto produrrà grandi grazie, molte di più di quante ne avrebbe potute compiere attraverso altri anni o decenni di vita sacerdotale. Ne ho avuto un primo sentore due sere fa, durante la veglia di preghiera presso la Basilica di Nostra Signora di Bonaria.
Anche oggi ci sono tanti giovani. E tra loro, sono certo che qualcuno sta iniziando a dirsi: ma non è che, forse, sia arrivato anche il momento del mio sì? Ma non è solo per i giovani questa domanda, perchè i sì non si danno solo per la vita consacrata o per la vocazione sacerdotale. Anche qualche adulto, papà, mamme, fidanzati, forse proprio a partire dall’esperienza di vita, ma anche dalla morte di Alberto, inizierà a capire che ne vale veramente la pena lasciarsi coinvolgere nell’avventura entusiasmante dell’evangelizzazione e della vita ecclesiale. Ne vale veramente la pena. E sono sicuro che anche tra voi, ragazzi, qualcuno l’ha già intuito.
Invito i giovani, in particolare, a imitare Alberto in un aspetto molto semplice che lui ha vissuto: cercatevi un sacerdote che vi si affianchi, che possa essere una buona guida, con il quale comprendere il soffio dello Spirito. Vivete con gioia e con frequenza il sacramento della confessione. Questo è un aspetto che Alberto ha vissuto con grande serietà.
E se doveste, con l’aiuto di quel presbitero, scoprire e maturare la vocazione sacerdotale, poi non diventatene una brutta copia! Siate originali, perché ogni vocazione è frutto della multiforme fantasia di Dio!
(Ma ve lo immaginate se Alberto fosse somigliato a me? Sarebbe stata un’altra storia. Oggi non saremo qui a dirci queste cose!)
La tua morte improvvisa, caro Alberto, la vedo come il tuo ultimo “coup de théâtre”, un vero colpo di scena, non per una conclusione a effetto ma per un nuovo inizio, come tu sempre hai saputo fare nella tua fantasiosa ed efficace imprevedibilità.
Abbiamo atteso tre giorni prima di questa celebrazione. E questi tre giorni di attesa, seppur faticosi, sono stati un bellissimo triduo per celebrare la Pasqua di Cristo e la tua Pasqua, e anche la tua Pasqua, Alberto.
Grazie Alberto per la tua vita ben spesa! Grazie Alberto per la tua Pasqua!