In cammino verso il Natale contemplando l’Eucaristia
con le parole di San Giovanni Paolo II
Lunedì 20 dicembre 2021
L’Eucaristia: banchetto di comunione con Dio e con i fratelli
Accogliamo la Parola
In quel tempo Gesù disse: «In verità, in verità vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avrete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue dimora in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia di me vivrà per me. Questo è il pane disceso dal cielo, non come quello che mangiarono i padri vostri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno». (Gv 6,53-58)
Riflettiamo
La Chiesa non si realizza solo mediante il fatto dell’unione tra gli uomini, attraverso l’esperienza della fraternità, alla quale dà occasione il banchetto eucaristico. La chiesa si realizza quando in quella fraterna unione e comunione celebriamo il sacrificio della croce di Cristo, quando annunziamo “la morte del Signore finché venga”, e, in seguito, quando, profondamente compenetrati dal mistero della nostra salvezza, ci accostiamo comunitariamente alla mensa del Signore, per nutrirci, in modo sacramentale, dei frutti del santo sacrificio propiziatorio. Nella comunione eucaristica riceviamo quindi Cristo, Cristo stesso; e la nostra unione con lui, che è dono e grazia per ognuno, fa sì che in lui siamo anche associati all’unità del suo corpo che è la chiesa.
Soltanto in questo modo, mediante una tale fede e una tale disposizione d’animo, si realizza quella costruzione della chiesa che nell’eucaristia trova veramente la sua fonte e il suo culmine secondo la nota espressione del concilio Vaticano II. Questa verità, che per opera del medesimo concilio ha avuto nuovo e vigoroso risalto, deve essere tema frequente delle nostre riflessioni e del nostro insegnamento. Si nutra di essa ogni attività pastorale, e sia anche cibo per noi stessi e per tutti i sacerdoti che collaborano con noi, e infine per le intere comunità a noi affidate. Così in tale prassi deve rivelarsi, quasi ad ogni passo, quello stretto rapporto tra la vitalità spirituale ed apostolica della chiesa e l’eucaristia, intesa nel suo significato profondo, e sotto tutti i punti di vista.
Giovanni Paolo II – Lettera “Dominicae cenae” 24/02/1980 (nn. 167-168)